È noto che per la gente di montagna il castagno è noto come “arbo”, ossia Albero per eccellenza. Se ne utilizzava ogni parte, dai frutti alle foglie ed infine al legno. Ne scrivo qui
In questa stagione per me è un appuntamento fisso nei giorni di inizio ottobre andare nel bosco a raccogliere i preziosi frutti. Ed è poi un divertimento cuocere le caldarroste in piacevole compagnia.
Accendere il fuoco, tagliare le castagne perché cuociano e si sbuccino più facilmente, aspettare che siano ben cotte, sentire nell’aria il profumo tipico delle caldarroste…

E quando sono pronte, in fretta a sbucciarle finché sono calde, col rischio di bruciacchiarsi anche le dita. Ma che gioia!
Le migliori ovviamente, quelle cotte bene, non bruciacchiate, che si sbucciano restando intere, non verranno mangiate subito, ma saranno conservate nei barattoli per l’inverno, sciroppate o sotto rum o grappa e zucchero.

Non ci vuole molto per rendere piacevole una domenica d’autunno, magari frescolina, con un po’ di velature nel cielo e il tramonto che ha fretta di arrivare.
Meglio aggiungere anche una fetta di torta casalinga, cioccolato e pere per esempio, e per chi lo gradisce un bicchiere di buon vino rosso corposo.

E per i bambini, chi non ricorda gli indovinelli che tanto ci divertivano? Se ne conoscete altri, potete scrivermi e li aggiungiamo.
Son dura, tondetta
colore caffè
sto chiusa in un riccio
ma non per capriccio
mi trovo in montagna
mi chiamo…
Ricevo da Mary, che ringrazio:
Son piccina, rotondetta,
son dolcina, son moretta,
son di razza montanina,
dell’autunno sono regina,
son dei bimbi la cuccagna,
e mi chiamano…


Io conosco questa:
Son piccina, rotondetta,
son dolcina, son moretta,
son di razza montanina,
dell’autunno sono regina,
son dei bimbi la cuccagna,
e mi chiamano…
Che carina! La aggiungo, grazie!