Con la complicità di una giornata uggiosa, con la sua pioggerella sottile e le nuvole basse, ci viene voglia di salire al Sacro Monte di Varallo.

Lo raggiungiamo in pochi minuti con la funicolare, la più ripida d’Europa. Il panorama sulla cittadina è fiabesco: tetti in pietra, tinte armoniche; da un lato ci sono le montagne avvolte nelle nuvole bianche, leggere, dall’altro lo sguardo spazia lungo il letto del fiume Sesia.

Mi è sempre piaciuta l’atmosfera raccolta di questo luogo, col sentiero che si snoda tra alberi secolari portando alla varie cappelle. In questa giornata d’autunno osservo i colori cangianti delle foglie che sotto la pioggerella acquistano lucentezza; cominciano a staccarsi ormai, riempiendo di colore anche il suolo.

Non indugio più di tanto a guardare le cappelle, un po’ perché le conosco, un po’ perché, a parte alcune, il loro contenuto è drammatico e non ho voglia di drammi, ma di messaggi gioiosi.
Del resto si sa che i Sacri Monti vennero eretti per istruire le persone sui fatti relativi alla vita di Gesù, o di Maria o dei Santi, in un periodo storico in cui dilagavano le eresie che si volevano contenere.
Mi soffermo di più nella piazza del burnel, la fontana coperta, con i caratteristici mestoli per dissetarsi. Ce n’è uno simile nel santuario di Oropa.

Di fronte abbiamo la facciata della basilica, attorno edifici porticati. All’interno è conservata una statua lignea della Madonna Dormiente, ritenuta miracolosa, ed infatti circondata da tantissimi ex-voto. Dalla parte opposta, c’è la ricostruzione del sepolcro di Cristo.

Ma quello che non si può non visitare è la Scala Santa, che la tradizione vuole che si percorra in ginocchio per avere esaudite le preghiere. Ci soffermiamo un po’, mi sembra di sentire più forte qui un alone di preghiera e di fede. Del resto, non è la speranza che ci guida quando vogliamo superare una situazione difficile? Non so quanto sia oggi percorsa questa scala e con quale devozione, forse lo era molto di più nei secoli passati, ma non ho elementi per dirlo.

Non ci soffermiamo a lungo, la luce sta per calare, le giornate autunnali sono sempre più corte. La funicolare ci riporta a valle. Lì vicino c’è il Muntisel, piccola altura che ospita un parco cittadino, con bei sentieri, alberi e cespugli e l’edificio ricostruito dopo che quello antico venne distrutto dal fuoco, mi pare intorno al 2018. Ora vi ha sede il ristorante Bricai, uno dei migliori della zona.

Ed ecco che è quasi buio, la pioggerella ha smesso di scendere e si fanno spazio aperture tra le nuvole. Domani ci sarà il sole, ma adesso c’è voglia di casa e di calore.
Qui, il Sacro Monte di Varallo in una giornata di sole.
Qui, invece, il Sacro Monte di Oropa.

