Quando la piccola gatta randagia è arrivata nella mia vita, è stato come un reincontrarsi. E’ entrata sicura in casa, mi ha fatto una dolce carezzina e si è diretta verso l’angolo del cibo.

Sapeva anche utilizzare la gattaiola che porta al terrazzino dove c’è la lettiera. Avevo già preparato tutto, e lei sapeva dove trovare le cose. Era piccola e magra, una tigratina grigia di circa tre mesi.

Oggi si usa sterilizzarli subito i gattini, vaccinarli e microcipparli. Ma io le ho promesso che una volta glieli avrei lasciati fare i piccoli, mi sembra che sia una bella esperienza per un animale. E così è stato. E’ andata in calore presto, a soli cinque mesi. Per due volte non l’ho lasciata uscire. Miagolava un po’, si strusciava di continuo, ma era ancora troppo piccola. E poi c’era un problema: nessun gatto si presentava alla porta! Finché, alla terza occasione, ecco arrivare un bel maschio. Da buona mamy ho controllato che fosse sano e ben nutrito. Le amiche mi canzonavano: “Che brava suocera sei!”

Che pancia grande hai!

La gravidanza delle micie dura circa due mesi, poco più o poco meno. Per quasi tutta la durata, lei ha continuato a correre, saltare, arrampicarsi sugli alberi del boschetto. Solo negli ultimi giorni sembrava preoccupata, non chiedeva di uscire e mi stava sempre vicino. Gli ultimi due giorni non sono uscita nemmeno io, ho dato la priorità a lei. Ed è arrivata la sera giusta, quando la sentivo inquieta e forse un po’ sofferente. Mi stava ancora più addosso, quasi a cercare conforto. È così che il primo gattino, tutto nero, mi è quasi nato in braccio. 
Era già pronto uno scatolone imbottito e lì sono venuti al mondo quattro minuscoli gattini.

Che cosa sta succedendo?

La natura è maestra, Minni sapeva cosa fare per una sapienza ancestrale. Sono nati l’uno dopo l’altro a distanza di venti minuti o mezz’ora; ha rotto il sacchetto che li conteneva, li ha leccati fino ad asciugarli ed ha lasciato che si attaccassero alle tettarelle che da qualche giorno si erano ingrandite.
Per tutta la notte e per il giorno e la notte seguenti non li ha lasciati un momento. Mangiava e beveva solo quello che le portavo.
La mattina seguente ha chiesto urgentemente di uscire. È scesa in giardino, ha fatto i suoi bisognini sotto un albero piuttosto lontano, ha coperto tutto con attenzione ed è rientrata di corsa. Mi è sembrato un comportamento strano, poi ho pensato che non volesse attirare con tracce ed odori eventuali predatori. Probabilmente in natura fanno così.

Ora facciamo la nanna…

Nonostante mangiasse tanto e bevesse il brodo di pollo che le preparavo, cosa che non ha mai più fatto, era magrissima. I piccoli invece erano belli tondi e crescevano a vista d’occhio.
Quando i piccoli sono andati via, è tornata in calore. Questo ha fatto sì che non li cercasse, del resto negli ultimi giorni li stava già allontanando: avevo aspettato quasi tre mesi prima di affidarli. Durante le sue giornate,  miagolava o dormiva.
L’ho portata dal veterinario e adesso è tornata ad essere una gatta libera di uscire e di giocare all’aperto. Ha però uno sguardo diverso. Penso che ogni volta che le capiterà di sentire il miagolio di un micino sarà all’erta, come faceva con i suoi…

E i micini, che fine hanno fatto? Racconterò più avanti di quest’esperienza dolcissima!
E voi amate i gatti? Raccontatelo nei commenti… Grazie!

Per approfondimenti sulla salute del gatto e del cane, nel rispetto della loro essenza, consiglio la lettura dei libri del veterinario Stefano Cattinelli e le attività proposte da Armonie Animali.

2 commenti

  1. Che bella esperienza, la mia gatta l’ho presa già adulta e sterilizzata da una famiglia che si è trasferita.

  2. Daniela Guido

    Che bello, ha offerto un grande aiuto ad una gatta che avrebbe potute essere abbandonata!

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