Mi piace camminare nelle nostre montagne alle quali sono affezionata, e ci torno spesso in ogni stagione. Ci sono bei sentieri, ampi panorami, luoghi di fede e di storia.
C’è qui nei dintorni un tracciato nominato “Il cammino della gran Madre” che porta da Graglia ad Oropa attraverso il Tracciolino e si collega poi con altri percorsi, attraverso la galleria di Rosazza proseguendo fino a Bielmonte con la panoramica Zegna e via via fino in Valsesia.
Mi è sempre sembrato incredibile che nel passato tutti questi luoghi fossero raggiungibili solo a piedi su strade piuttosto battute dai valligiani.
Di ritorno da un’escursione con amici ho proposto una tappa al Santuario di Graglia.
Confesso che non l’ho mai frequentato per motivi religiosi e la chiesa di per sé non mi ha mai suscitato particolare ammirazione. Ma il luogo mi piace, forse perché sorge sulle pendici della Colma di Mombarone, quel monte che chiude, verso ovest, l’arco delle Alpi Biellesi. Da qui si gode di un ampio panorama verso il Biellese, la pianura vercellese e la Serra.
La chiesa, con pianta a croce greca, è sormontata da una grandiosa cupola con cupolino e, data la posizione, è visibile da lontano. La sua costruzione fu iniziata nel 1600 e terminata verso la fine del 1700. Era prevista anche la realizzazione di un sacro monte, rimasta incompiuta. Ai lati del santuario sorgono gli edifici destinati ad ospizio per i pellegrini e ad abitazione per il clero. C’è anche un rinomato ristorante.
La parte che preferisco è il giardinetto della Madonna, piccolo e raccolto. Al centro vi è il tradizionale burnel, il pozzo con le coppelle alle quali ci si può dissetare. L’acqua della zona è tra le più leggere d’Italia, con un residuo fisso bassissimo, e viene commercializzata dallo stabilimento Lauretana, situato poco più in basso del santuario.
Recentemente, vi sono state installate alcune opere della scultrice Cecilia Martin Birsa di Bagneri, un’interessante raccolta di volatili delle nostre zone.
Una curiosità: lungo il sentiero che sale verso il colle di San Grato, vi è un luogo in cui si verifica il fenomeno dell’eco endecasillabo. In ideali condizioni climatiche, una parola di undici sillabe gridata in direzione del santuario viene riprodotta fedelmente. Questo fenomeno è stato registrato solo nel Grand Canyon del Colorado.
Graglia ha dato i natali al pittore Paolo Giovanni Crida, che operò a Torino, noto come “il pittore di Don Bosco”. Nei locali attigui al santuario sono state allestite importanti mostre a lui dedicate, tra cui una permanente.
I dintorni, per chi ama la montagna, offrono bei sentieri e ampi panorami.
Per ulteriori info, si possono consultare il sito della Proloco e quello del Santuario