In ogni epoca ci siamo posti il problema della misurazione del tempo, con strumenti sempre più sofisticati. Ora abbiamo orologi e altri dispositivi collegati con i satelliti che riportano l’ora esatta di tutto il mondo. Ci sembrano lontani i tempi della sveglia a molla che doveva essere caricata almeno una volta al giorno e ci faceva compagnia col suo tic-tac. Non sempre era precisa, a volte anticipava l’ora, a volte ritardava. E per regolarla si aspettava il segnale orario trasmesso dalla radio. Anche gli orologi dei campanili che con i loro rintocchi indicavano l’ora ai viandanti e ai contadini impegnati nei lavori nei campi hanno perso la loro importanza.
E’ quindi una sorpresa scoprire che ci sono ancora paesi come Triberg, nella Foresta Nera di Germania, che mantengono viva la tradizione degli orologi a cucù, alcuni dei quali sono veri e propri capolavori di fantasia e di intarsio.
Nella loro inventiva, i maestri orologiai hanno creato cucù di ampie dimensioni, grandi come una casa. Ed hanno scatenato una vera e propria gara su chi avesse l’orologio più grande del mondo.
Passando da Triberg non si può ignorare uno di questi capolavori realizzati con abilità e fantasia. E’ una vera e propria casetta con tanto di finestre e balconi dai quali escono personaggi divertenti. Quando l’orologio è in funzione, i personaggi si muovono recitando la loro scenetta.
Nel paese vicino, Schonach, un altro cucù si contende il primato di essere il più grande. Si tratta di un’altra casetta immersa nel verde, con un bel giardino ricco di fiori. Ogni quarto d’ora si apre una porticina in alto, appena sotto il tetto, sul retro della casetta, ed esce un cuculo variopinto che emette il suo caratteristico verso.
Ci sono sempre diverse persone ad aspettare che si svolga l’esibizione, e non solo bambini!
Le casette sono visitabili all’interno e si possono ammirare i complessi ingranaggi che permettono di segnare l’ora con precisione e di azionare il teatrino dei personaggi.
Ci sono altri orologi che si contendono il primato di grandezza, ad esempio quello di Wiesbaden, piuttosto lontano dalla Foresta Nera. Nei paesi ci sono altri orologi, di più modeste dimensioni, ma con personaggi di grande fantasia. Basta passeggiare nei centri abitati ed osservare.
Ci sono diversi negozi che ne vendono di tutte le dimensioni. Ci sono quelli economici, di produzione industriale, e quelli invece artigianali, scolpiti a mano con grande precisione, ovviamente molto più costosi. Rappresentano belle scene di natura, con animali e piante, o personaggi reali o fantastici. C’è quindi ampia scelta, anche se forse non sono adatti per le nostre case, a meno che non abbiano un’impronta tradizionale.
Qualche decennio fa nelle nostre case erano piuttosto comuni le pendole. Niente a vedere con i cucù, molto più semplici e lineari, senza personaggi scolpiti. Ricordo quella che c’era nell’ampia cucina di una zia che andavo spesso a trovare quand’ero piccola. Mi perdevo a guardare il pendolo che oscillava dietro la porticina col vetro ed ascoltavo per un po’ il ticchettio regolare, ipnotico, delle lancette che si spostavano secondo dopo secondo. Imparavo a leggere l’ora e ad associarla all’ora di pranzo o di cena, al tempo in cui sarebbero tornati dal lavoro i miei genitori.
Imparavo il prima e il dopo, il succedersi dei giorni, immersa in questo spazio tridimensionale, in questo tempo lineare. Che poi forse non è così, adesso si parla di tempo “parallelo”, di tempo circolare, di eterno presente. Mi piacciono questi concetti, interessanti da approfondire…
Nota: Triberg merita una visita non solo per i suoi orologi a cucù, ma anche perché è un paese carino, anche se molto turistico, della Foresta Nera. Inoltre con una breve passeggiata si possono ammirare le cascate più alte della Germania, che scendono per 163 metri compiendo sette salti. (accesso a pagamento)