“Tempo e paglia maturano le nespole”, recita un antico proverbio. Ma di quali nespole si tratta? Certo non si riferiva alle nespole che si trovano nei supermercati a primavera inoltrata, quei frutti di colore giallo-arancio dolci e succosi. Quelli sono i frutti del nespolo giapponese, coltivato da noi soprattutto come albero ornamentale, dalle belle foglie ovali, grandi, coriacee.
Qui si parla del nespolo europeo (detto anche germanico o comune), i cui frutti si raccolgono ad ottobre, ancora acerbi, e si lasciano maturare su letti di paglia.
E’ un piccolo albero che fiorisce nella tarda primavera, quindi al riparo dalle gelate tardive, per cui adatto anche al clima più freddo dell’Italia del nord.
I frutti si possono consumare solo dopo l’ammezzimento, cioè dopo un certo periodo in cui vengono conservati in un luogo riparato; in questo periodo perdono in parte il tannino e diventano dolci e morbide.
Vista l’epoca di maturazione, ad autunno inoltrato, sono state un cibo molto apprezzato nella cultura contadina quando gli altri prodotti dell’orto e del frutteto cominciavano a diradarsi.
Se non vengono raccolte in autunno, le nespole possono avviare il processo di ammezzimento anche sull’albero ed essere raccolte in inverno. Mi è capitato, durante una passeggiata, di trovare un albero abbandonato con i frutti e di averne raccolti i frutti pronti per il consumo.
Che gioia aver partecipato ad una raccolta, insieme ad altri frutti, in un vecchio frutteto. Purtroppo sono poi maturate tutte insieme, ed ecco necessarie la distribuzione tra gli amici e la preparazione di qualche vasetto di marmellata (solita ricetta, poco zucchero e brevissima cottura perché solidifica presto; è necessario però filtrare tutto col passaverdure). Ma quanto lavoro! Tra bucce, peletti, semi… di polpa ne rimane ben poca. A suo vantaggio: ha un sapore unico!