Due passi nel bosco hanno il potere di rigenerarci, rilassarci, rasserenarci. Come non apprezzarlo?
I nostri sensi si espandono, lo sguardo si rilassa, il corpo si ossigena, i pensieri non sono più ossessivi.
I primi ad essere coinvolti sono gli occhi che si riempiono di mille sfumature di verde, di forme e di movimento. Quanta ricchezza nelle fronde degli alberi che si muovono al soffio del vento, nelle piantine del sottobosco che sanno crescere e svilupparsi nella penombra!
Subito dopo cominciamo a percepire i profumi, e sono tanti, a volte inebrianti, a volte appena percettibili.
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I primi alberi ad esplodere in una copiosa fioritura sono i ciliegi selvatici. I fiori bianchi riuniti a mazzetti sono così numerosi e precoci rispetto alle foglie che le chiome degli alberi diventano quasi del tutto bianche, facendosi riconoscere a distanza.
Il loro profumo è delicato, appena percettibile. Se ne accorgono subito le api e gli altri insetti impollinatori, da poco risvegliati dal sonno invernale, che li visitano numerosi riempiendo l’aria col loro ronzio.
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Viene poi il tempo del sambuco che apre le sue infiorescenze piatte, fatte di numerosi piccoli fiori di colore bianco avorio. Il loro profumo è più amaro, un po’ acre, inconfondibile. Qui non arrivano api e bombi, ma moschine e altri insetti minuscoli, così come lo sono i fiori; li si vedono soltanto avvicinandosi. Le infiorescenze si possono raccogliere e far seccare per preparare insolite tisane.
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A maggio esplode la fioritura della robinia, comunemente chiamata gaggìa. I suoi fiori bianchi sono raccolti in grappoli. Hanno la classica forma dei fiori delle leguminose, con un petalo rivolto verso l’alto a far da vessillo, uno in basso come una piccola conca e due laterali a protezione. Hanno un profumo intenso e sono così abbondanti che riempiono l’aria col loro profumo dolce ed intenso. Si fa sentire soprattutto dopo il tramonto, ed è bello restare ad assaporarlo nelle tiepide sere di maggio al limitare del bosco, vicino ad un campo dove i grilli indisturbati cantano la loro serenata.
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Arriverà più tardi, a giugno, la fioritura del tiglio. Spesso ne conosciamo gli alberi piantati nei giardini e lungo i viali delle città, ma ne crescono anche di spontanei nei nostri boschi.
Il profumo dei fiori di tiglio è intenso, inebriante. Basta un solo albero fiorito ad inondare tutto il bosco, fino ad essere per qualcuno quasi nauseante. Non per me, non per le api che ne ricavano lo squisito e dolcissimo miele. Con i fiori essiccati si può preparare una buona tisana rilassante.
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Sembra che gli alberi del bosco si siano messi d’accordo per non fiorire tutti insieme, per fornire più a lungo gli insetti del prezioso nettare, in cambio dell’impollinazione. Anche questo ci fa apprezzare l’armonia che è sempre presente nelle manifestazioni della natura.