Un museo a cielo aperto

Ci sono paesi che passerebbero inosservati se non fosse per l’impegno di chi ha voluto trasformarli, arricchendoli di opere d’arte.

Nel Biellese ricordo il grazioso borgo di Bagneri e la caratteristica frazione Bonda di Mezzana. Ma recentemente ho scoperto un altro paese, Maglione, in provincia di Torino.
Ci sono passata al rientro da Masino, in un pomeriggio d’inizio autunno. Il borgo silenzioso offre i suoi dipinti a chi vuole perdersi tra le sue stradine.
Purtroppo alcune opere sono irrimediabilmente sciupate, eseguite su intonaci che si stanno sgretolando. Altre sono ancora belle, intatte.

Si chiama proprio MACAM, acronimo di Museo d’Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione. La visita è libera, non si paga biglietto d’ingresso.
L’idea venne formulata nel 1985 da Maurizio Corgnati, scrittore, regista, appassionato d’arte. Egli , tornato ad abitare a Maglione dopo anni, volle queste opere per sé, ma allo stesso tempo volle poterle condividere con tutti gli appassionati.

Non fu facile realizzare quest’idea, anche per la diffidenza dei proprietari delle case che dovevano permettere che i loro muri esterni fossero dipinti. Non tutti apprezzavano l’arte contemporanea (in certi casi non posso dare loro torto).
I pittori non venivano pagati in denaro, ma con l’ospitalità dello stesso Corgnati e con i pranzi preparati da lui stesso.

Due bambini che giocano a nascondino sono dipinti su due lati di una casa

Ecco ripetersi quindi il piacere di dipingere e di trascorrere giornate in compagnia di amici.
Come non farsi venire in mente i racconti di esperienze simili, vissute in epoche passate. Sto pensando ai Macchiaioli e alla Scuola di Castiglioncello, quando i pittori potevano contare sull’ospitalità di Diego Martelli. Passeggiavano lungo il mare, osservavano, discutevano, si confrontavano, creavano… come mi sarebbe piaciuto essere lì con loro!

Passeggiando tra le vie di Maglione, è possibile visitare anche un’antica ghiacciaia, edificio in cui venivano conservati i prodotti alimentari deperibili. Si tratta di un’epoca in cui non c’erano i frigoriferi, e il ghiaccio raccolto d’inverno veniva accuratamente custodito.

Per approfondire, visitare il sito del museo: MACAM

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