Forte di Bard

Emerge dalle brume di fondo valle in questa fredda stagione uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento dell’ottocento, in una posizione strategica, là dove la valle della Dora Baltea si restringe fino a formare una gola.

Lo si ammira già da lontano, arroccato su uno sperone roccioso. Lasciata l’auto nel parcheggio lungo la Dora, si può seguire il percorso pedonale che attraversa l’antico borgo, protetto da possenti muraglioni, oppure utilizzare gli ascensori panoramici che permettono di godere di una magnifica vista sull’ampia vallata.

Ci torno periodicamente per visitare le interessanti mostre temporanee che ospita, come la recente “Mountain men” di Steve McCurry, per i concerti all’aperto nella stagione estiva o per i mercatini che si tengono nelle suggestive vie del borgo, con le sue botteghe degli artisti e i tipici locali di ristoro. Questo luogo non fu mai teatro di scontri cruenti, per sua fortuna, e l’atmosfera che si respira è leggera grazie all’ ampio e spettacolare panorama.

  

  

Un po’ di storia

Grazie alla sua posizione strategica, ha sempre svolto nel passato un controllo del passaggio tra Francia e Italia.

Fin dal periodo di Teodorico pare che qui ci fosse un presidio ostrogoto, con un contingente di circa sessanta uomini.

Nel Medioevo, per la sua posizione veniva considerato “inexpugnabile hoppidum”.

Fu occupato dalla signoria feudale dei Bard che imponevano pesanti dazi a viaggiatori e mercanti e successivamente, nel Duecento, passò ai Savoia, che vi tennero una numerosa  guarnigione e lo mantennero per un lungo periodo.

Nel 1704 qui fu ostacolata la discesa dei Francesi in Italia. Nel 1800 fu fermato addirittura per due settimane Napoleone, che riuscì a passare solo con l’astuzia e poi si vendicò smantellandolo.

Fu ricostruito da Carlo Felice di Savoia tra il 1830 e il 1838 in più livelli, con un vasto cortile interno che fungeva da piazza d’armi e posti per 400 – 800 soldati. Ampi magazzini garantivano provviste per almeno tre mesi. Era, e rimane tuttora, una delle strutture militari più possenti in Valle.

Fu successivamente carcere militare e polveriera finché passò alla Regione Valle d’Aosta.

Dopo l’abbandono e un lungo restauro conservativo, nel 2006 fu aperto al pubblico. Ora ospita il Museo delle Alpi, oltre a concerti e mostre temporanee.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *