La scoperta della bellezza

Che emozione, i fiori… Mi ha fatto riflettere questo brano tratto dal capitolo “Rievocazione”, di Eckhart Tolle, dal libro “Un nuovo mondo”, Oscar Mondadori, 2008.

Terra, 114 milioni di anni fa, in una mattina appena dopo l’alba: il primo fiore mai apparso sul pianeta si schiude a ricevere i raggi del sole.

Il pianeta  era ricoperto di vegetazione già da milioni di anni prima di questo importante evento che preannunciava una grande trasformazione evolutiva nella vita delle piante; considerando che le condizioni non erano ancora favorevoli perché si diffondesse una fioritura più estesa, probabilmente il primo fiore non è sopravvissuto per molto tempo e i fiori devono essere rimasti un fenomeno raro e isolato. Eppure un giorno una soglia estremamente importante è stata superata e improvvisamente deve esservi stata un’esplosione di colori e di profumi su tutto il pianeta se solo la percezione della consapevolezza fosse stata là a testimoniare l’evento.

Molto più tardi, quegli esseri delicati e fragranti che chiamiamo fiori avrebbero giocato un ruolo essenziale nell’evoluzione della coscienza di altre specie. Gli umani ne sarebbero stati sempre più attratti e affascinati. Mentre la consapevolezza degli esseri umani si sviluppava, i fiori sono stati molto probabilmente la prima cosa che non avesse uno scopo utilitario alla quale essi hanno dato valore, una cosa che non fosse in alcun modo legata alla sopravvivenza. Sono stati fonte di ispirazione per innumerevoli artisti, poeti e mistici.” …

“Vedere la bellezza in un fiore può, anche se brevemente, risvegliare gli umani alla bellezza perché questa è una parte essenziale del loro più profondo essere, della loro vera natura. L’iniziale riconoscimento della bellezza è stato uno degli eventi più significativi nell’evoluzione della coscienza umana. I sentimenti di gioia e di amore sono intrinsecamente connessi con quel riconoscimento.
Senza che ce ne rendessimo completamente conto, i fiori sarebbero diventati per noi un’espressione della forma di ciò che è più alto e più sacro, in definitiva di una non-forma dentro di noi.
I fiori, più fragili, più eterei e più delicati delle piante dalle quali spuntano, sarebbero diventati quasi dei messaggeri di un altro regno; quasi un ponte fra il mondo della forma e quello della non-forma. Non solamente avevano un aroma soave e piacevole per gli umani ma avevano in sé anche una fragranza del mondo dello spirito.” …

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